Nemmeno il recupero di un regista vero (quel Kershner che era riuscito a vitalizzare la serie delle Guerre Stellari all'episodio numero due) sembra voler conferire a questo Mai dire mai molto di più di qualche buona intuizione di montaggio o di inquadratura. Diciamo che la sola innovazione è piuttosto di sceneggiatura: l'idea di darci uno 007 inedito, invecchiato e un po' giù di corda, che deve provare ai suoi superiori di essere ancora all'altezza della situazione. Questo, effettivamente, introduce nell'ormai lunga serie (14 episodi... ) una piccola atmosfera inedita. Ma chi non ricorda di averlo visto (e letto) centinaia di volte, questo tema dell'investigatore in età di pensionamento che riesce a ritrovare la carica per smascherare i cattivi? Mai dire mai è troppo lungo e manca di ritmo: difetto clamoroso per un prodotto studiato col computer per piacere a milioni. Il cattivo (malgrado la classe di Klaus Maria Brandauer di mefistofelica memoria) non fa assolutamente paura: e un film come diceva Hitchcock, riesce nella misura in cui riesce la perfidia del cattivo...

Il cinema ha ormai sfruttato troppo a lungo il personaggio e la formula. E, soprattutto, si rivolge ormai troppo alla sua platea di ragazzini: i suoi ingredienti, a cominciare dal sesso (ma la volete mettere l'Ursula Andress in bikini con questa biondina?) devono essere diluibili nel biberon.